DAL TRAVERTINO AL MERLETTO
Leggende, storie e magia. Il nostro itinerario parte da Tallacano, insediamento rupestre nel sud-ovest delle Marche, zona che prende anche il nome di “Valle del Travertino” e nella quale zona sorgono Borghi e Città costruite con e sopra il Travertino. Paggese è un esempio lampante, frazione di Acquasanta Terme, una manciata di case poste sopra un pendio e qui addirittura le pietre di Travertino prendono il nome di “piete parlanti”.
Passeggiando per il piccolo borgo è incantevole passare per le piccole vie che lo compongono ed il colore del travertino degli edifici e delle case è di un colore talmente bello che incanta. Se si cerca attentamente poi ci si imbatte in incisioni poste sui portali e sulle finestre delle case di Paggese. Le incisioni posso essere dei disegni, che stavano ad indicare con molta probabilità i mestieri di chi viveva o lavorava lì, o delle vere e proprie frasi, scritte in latino. Chi viveva in questa zona doveva tutto al travertino essendo, per il benessere ed il ruolo sociale, una fonte essenziale tanto da affidare alla stessa pietra addirittura un messaggio.
Tra le abitazioni più caratteristiche troviamo la “Casa della Testuggine”, il “Monte Frumentario”, “Casa Spalazzi”, la Casa Torre detta “il Portone”, “Palazzo Quaglia”. Ognuno di questi edifici è impreziosito da “stemmi parlanti”.
A pochi passi dal centro di Paggese oltre ad una salutare camminata si può godere del bellissimo castello di Luco e delle antiche vie mulattiere, sentieri di storia che collegano i borghi del comune di Acquasanta Terme con i mulini, i castelli, le abbazie e i paesi del vicino Abruzzo .
Non tanto lontano da Paggese sorge invece la città per eccellenza costruita con il Travertino; quindi saliamo in macchina e partiamo!
Solo dopo 18 Km lungo l’itinerario dell’antica Via Salaria eccoci a quindi ad Ascoli Piceno che ci dà il benvenuto con la sua Piazza del Popolo, una delle piazze più belle d’Italia. Visitare Ascoli Piceno è emozionante con le sue bellezze architettoniche e la sua eleganza. La città è anche chiamata la “città delle cento torri” anche se le torri erano più di duecento ma più della metà furono distrutte da Federico II intorno alla metà del 1200 secolo, che vero peccato!
Dopo una bella passeggiata per il centro storico perché non riposarsi in un Caffè in stile liberty dei primi anni del ‘900 e assaporare la tradizione locale con una eccellente anisetta e “mosca” annessa e delle fantastiche olive all’ascolana? Allora è il momento di fermarsi al Caffè Meletti!
Fa un effetto strano se si pensa che Perfino Hemingway si sedette per un caffè in questo locale, oltre a Mario Del Monaco, Beniamino Gigli, Pietro Mascagni, Mario Soldati, politici come Sandro Pertini e Giuseppe Saragat. E poi Zandonai, Badoglio e Trilussa.
Quindi sarebbe proprio un vero peccato non prendersi una pausa assaporando un ottimo caffè con l’aggiunta della famosa Anisetta e ‘mosca’ annessa, un inebriante chicco di caffè, insieme alla parte culinaria più caratteristica di Ascoli Piceno, stiamo parlando delle olive all’ascolana, composte da olive verdi denocciolate e riempite con un composto a base di carne mista e poi fritte, piatto d’eccellenza ascolano che deve il proprio nome alla città.
Chiaccherare con la gente del posto e venire a conoscenza delle leggende e della storia della tradizione locale non ha prezzo! Sapete che a pochi kilometri di distanza si usa ancora tessere a mano il merletto? Questa tradizione avviene da secoli ad Offida. Appena arrivati abbiamo subito capito quanto qui l’ospitalità sia importante e dopo aver visitato il Borgo, tra i più belli d’Italia, con la sua caratteristica Piazza del Popolo di forma triangolare, proviamo a prendere in mano il tombolo e a muovere armoniosamente i fusi per creare un nostro merletto personale!
I Pizzi di Cogne, o meglio “les Dentelles de Cogne” in francese, sono una tradizione che si tramanda da madre in figlia la cui origine si perde nella notte dei tempi; sembra che siano state le monache benedettine dell’abbazia di Cluny, in Francia, a portare questo tipo di lavorazione, giunte in Offida nel 1655 e si stabilitesi presso il convento di S. Marco.
Chi tesse i merletti sono le “merlettaie”. Intrecciano fili con gesti rapidi e precisi e sagge tramandano questa arte usando strumenti artigianali come: Il tombolo (lu capzzal), una specie di cuscino rotondo, più o meno grande, ripieno generalmente di segatura; La prepenna (la pr(e)pènn) o prebenna, un cavalletto a tre piedi sul quale si appoggia il tombolo; Disegno (lu cartò), disegno, su cartoncino, di figurazioni effettuate con inchiostro di china; i Fuselli (li cann(e)itt), piccoli strumenti artigianali di legno utilizzati per avvolgere il filo che produrrà il merletto; gli spilli (l(e) sp(e)llett’); l’uncinetto (l’achitt); il filo (lu fil) di cotone, seta o refe.
Ancora oggi l’arte del merletto a tombolo si trasmette di madre in figlia e la tradizione continua perchè essa è viva nell’animo delle Offidane che sono fiere di sentirsi artiste.
Non sarà sicuramente semplice all’inizio ma l’esperienza ne vale assolutamente la pena.
Dal Tavertino al Merletto, da Ascoli Piceno ad Offida.
Noi le abbiamo visitate.
E voi?
DURATA ITINERARIO
dalla Mattina al tardo Pomeriggio
Km DA PERCORRERE
56
MEZZI CONSIGLIATI
Auto, Moto, Bicicletta
In questo itinerario
“Il Caffè in stile liberty simbolo di Ascoli Piceno”
“Tramandare la tradizione del Merletto a Tombolo….Merlettaie”
“Solchi, Radici, Sogni . Una storia di passione e tradizione”
“I bracciali che indossiamo? Emozioni in movimento”